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Inceneritori, Rifiuti Zero Sicilia risponde all’assessore Cantarella – (laGazzettaCatanese)

http://www.lagazzettacatanese.it/inceneritori-rifiuti-zero-sicilia-risponde-allassessore-cantarella/?fbclid=IwAR2WJbLwByccKF0GWZT0sWyHH8tRJ-qoC4xVrXxlOPU_oJnre4W479wqvXs

CATANIA – Il tema della gestione dei rifiuti solidi urbani è sempre in primo piano nella nostra regione, a causa delle carenze impiantistiche che continuano a causare disagi e disservizi in buona parte della Sicilia.

 

Nei giorni scorsi, complice la chiusura temporanea della discarica della Sicula Trasporti che ha causato il blocco dei conferimenti per decine di autocompattatori, tra cui quelli della ditta Dusty che opera nella città di Catania, è tornato in primo piano il tema dell’incenerimento (o termovalorizzazione). 

Nella fattispecie ad alimentare il dibattito è stato l’assessore all’ecologia del comune di Catania Fabio Cantarella che, in un’intervista rilasciata al Quotidiano di Sicilia, ha affermato di gradire l’idea di un inceneritore a Catania che possa prendere il posto della discarica. 

Proprio da questa dichiarazione l’Associazione Rifiuti Zero Sicilia ha diramato una nota con cui ribadisce, da un punto di vista tecnico, perché l’incenerimento non rappresenterebbe la soluzione al problema. 

La prima questione che viene posta è quella dei tempi di realizzazione, che dalla proposta alla piena operatività richiederebbero dagli 8 ai 10 anni.

A questo si aggiungerebbe il costo unitario di investimento, che va da 1000 e 1500 euro per ogni t/anno di capacità installata (stando alle ultime realizzazioni di Parma, Torino e secondo quanto previsto dal progetto di Firenze). Un investimento, dunque, che potrebbe costare fino a 400 milioni di euro, per un impianto da 300mila t/anno, o addirittura fino a 700 milioni di euro per un impianto da 500mila t/anno. Da ciò, secondo RZS, si evincerebbe che sono necessari ben 30 anni per ammortizzare i costi di investimento. 

Nazioni come Danimarca e Svezia, che fanno ricorso all’incenerimento, non mostrano aumenti soddisfacenti delle quantità di rifiuti avviate a riciclo, mentre continuano ad aumentare la produzione totale di rifiuti solidi urbani. Di contro, nazioni come la Slovenia, che ha fortemente investito nell’economia circolare, ha registrato picchi di riciclo che l’hanno fatta balzare in testa alle classifiche. 

In Italia è noto il confronto tra le percentuali di raccolta differenziata tra la provincia di Treviso (circa 85% di raccolta differenziata e nessun inceneritore) con quelle di Pordenone e Trieste (circa 40% di raccolta differenziata e presenza di un inceneritore). 

E in Sicilia?  “In Sicilia i piccoli comuni rappresentano 80% della realtà il modello dovrebbe essere riconvertito e basato su studio dei territori. Impianti per il riciclo, impianti di compostaggio, centri di riuso. Una rete di piccoli impianti questa la proposta che da anni promuoviamo per generare reale  occupazione e tutela ambientale. Non sostituzione di discarica con “termovalorizzatore”.”

“Per far aumentare i valori di raccolta differenziata in Sicilia – afferma Manuela Leone, presidente di Rifiuti Zero Sicilia, – Catania, Messina e Palermo possono fare la loro parte. Devono farlo, senza cercare scorciatoie.

“Non abbiamo più tempo di rimbalzare continuamente nel passato. – conclude la Leone – Servono visione, azione locale, pensiero globale, e soprattutto gente e politica che voglia lavorare sporcandosi le mani senza più rilanciare gli interessi dei pochi.”

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Termovalorizzazione o incenerimento: la nostra posizione.Featured

RIFIUTI ZERO SICILIA COMUNICATO DEL 25/06/2019.

Negli ultimi mesi assistiamo al riaccendersi della fiamma di teorie di gestione rifiuti che vedono termovalorizzazione e incenerimento quale panacea e bacchetta magica. A codeste a affermazioni, non ultima la dichiarazione stampa dell’assessore ai rifiuti Comune di Catania rispondiamo diffondendo alcuni dati e riflessioni che portano in opposte direzioni. 
Un inceneritore/termovalorizzatore. Da 8-10 anni da proposta ad operatività.
 Costo unitario di investimento da 1000 a 1500 Euro per ogni t/anno di capacità installata. 
Questi i dati delle ultime realizzazioni (Parma, Torino, progetto Firenze).
Dunque per 300.000 t/anno, da 300 a 400 Milioni.
Per 500.000 t/anno, da 500 a 700 milioni. Un inceneritore non richiede solo i 6 anni – che poi sono 8-10, per essere realizzato, ma anche 30 anni per essere ammortizzato.

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Ciao Aimèe…

Ciao Aimèe Carmoz🌹.
É salita in cielo una grande donna, sorniona, delicata e sottile, paladina di tante battaglie, siciliana, stromboliana per scelta d’amore.


Aimèe Carmoz è stata tra fondatori di Rifiuti Zero Sicilia, seme di tante realtà associative e ambasciatrice di cultura a tutela dell’ambiente e corretta e virtuosa gestione dei rifiuti.


Avrei voluto averla accanto, con noi, in questi ultimi mesi durante queste tappe incontri regionali dedicati all’organico e all’autocompostaggio. Lei è stata comunque con noi a parlare ai Sindaci e agli amministratori di quelle bucce di banana che non sono affari e munnizza, ma ricchezza per la terra e per un sistema virtuoso di gestione.


La sua forza e la forza del suo messaggio continueranno ad accompagnarci sempre.
Manuela Leone – Presidente Associazione Rifiuti Zero Sicilia


🌹R. I. P🌹


Vi invitiamo a conoscere Aimèe e il suo messaggio. Vi invitiamo alla visione di questo film documentario attraverso il quale molto si coglie del suo lavoro per Stromboli e per un mondo a Rifiuti Zero.


“La Crociera delle bucce di banane” – di Salvo Manzone, con Aimèe Carmoz – Epinoia prod



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Protocollo d'intesa tra Asso.ne Rifiuti Zero Sicilia e L'istituto Enrico De Nicola Di San Giovanni La Punta

19 Aprile 2016 – Firmato oggi il protocollo d’intesa tra Asso.ne Rifiuti Zero Sicilia e L’istituto Enrico De Nicola Di San Giovanni La Punta.

punto di partenza per sviluppare programmi mirati sull’ ecosostenibilità, sullo sviluppo economico e occupazionale e sulla dispersione scolastica

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CS . Il Governo Crocetta vuole sei inceneritori e smentisce sé stesso

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Comunicato stampa del 19.10.2015

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Il Governo Crocetta vuole sei inceneritori e smentisce stesso

 

Si apprende dalla stampa della volontà del Governatore Rosario Crocetta di introdurre nel Piano Rifiuti della Regione Siciliana sei nuovi inceneritori di rifiuti. L’esatto contrario di quanto sosteneva lo stesso Crocetta in campagna elettorale e di quanto aveva più volte sostenuto in seguito. Ma gli inceneritori sono un’imposizione di Palazzo Chigi con lo Sblocca Italia, a cui il governatore si adegua con grave danno alla Sicilia e ai siciliani.

La Regione Siciliana avrebbe potuto impugnare la legge 166/2014, la conversione del decreto Sblocca Italia, così come hanno fatto altre regioni come l’Abruzzo, la Campania, la Lombardia, le Marche, la Puglia e il Veneto. Ma non lo ha fatto!

Sembrano lontani i tempi in cui quattro mega inceneritori targati Cuffaro furono contrastati dai cittadini siciliani, con tanto di esposto alla procura della Repubblica. Un grande muro contro un progetto scellerato, soluzione fortemente antieconomica che per alcuni, invece, avrebbe costituito la soluzione al problema dei rifiuti in Sicilia. La giustizia diede ragione alla società civile e a quei cittadini che si opposero con motivazioni fondate nel rispetto della legge e delle direttive comunitarie.

Ma di che cosa ha veramente bisogno oggi la Sicilia? Semplice, di un Piano Regionale dei Rifiuti impostato sulla raccolta differenziata spinta e sul recupero di materia che si ispiri all’orientamento europeo sull’economia circolare. Ora invece sembra di tornare indietro nel tempo, proprio in quello sconfitto dalla ragione, prevedendo l’utilizzo di una tecnologia obsoleta come quella dell’incenerimento che bloccherebbe lo sviluppo di una gestione sostenibile dei rifiuti e impedirebbe l’incremento di occupazione che ci sarebbe, al contrario, nell’economia del riciclo e del recupero.

Sembra che la Sicilia ancora non si meriti di stare in Europa.

Sei inceneritori di rifiuti previsti a Catania, Palermo, Messina e nei bacini di Ragusa-Siracusa, Enna-Caltanissetta e Agrigento-Trapani sono una follia.

Un piano contro l’ambiente e contro l’economia.

Servono certamente gli impianti in Sicilia, ma di sicuro non gli inceneritori.

Bisogna puntare su riciclo, recupero, riuso, riutilizzo, riduzione, prevenzione.

Per raggiungere il 65% di raccolta differenziata, come dichiara lo stesso Governo, è innanzitutto necessario completare gli impianti di compostaggio, in quanto l’umido rappresenta il 40% dei nostri rifiuti.

Sappiamo tutti che il forno dell’inceneritore brucia carta e plastica, tutto materiale sottratto al riciclo che, attraverso i contributi CONAI, potrebbe rappresentare un importante introito per i comuni.

Costruendo un inceneritore questi preziosi materiali sarebbero bruciati con grande e inutile spreco didanaro dei comuni e quindi dei cittadini.

Per la frazione residua, che corrisponde al 35%, occorre riprogettare gli oggetti e dispositivi che ad oggi non possono essere riutilizzati, riciclati o compostati nell’ottica della responsabilitá estesa dei produttori, elemento caratterizzante ed esclusivo della Strategia Rifiuti Zero, ed in linea con quanto prevede la normative.

Inoltre la Regione difende il progetto dei sei inceneritori sostenendo che la parte residuale dei rifiuti non è in alcun modo riutilizzabile e quindi va ad incenerimento e che la normativa europea non consente più di conferire in discarica. Restiamo attoniti che non si sia a conoscenza che la direttiva sulle discariche vieta il conferimento dei rifiuti del tal quale in discarica mentre non vieta di abbancare in discarica la frazione residuale pretrattata che è destinata a ridursi drasticamente con una seria pianificazione dell’impiantistica necessaria.

E’ inammissibile, per finire, che non si tenga conto dei cittadini che sono parte integrante del sistema di gestione dei rifiuti viagra no prescription. I piani calati dallalto, senza tener conto delle vere esigenze del territorio e della voce dei cittadini, hanno una ricaduta negativa e sono destinati a ricevere opposizione da parte della società civile, perché non condivisi.

Le associazioni firmatarie non accetteranno quindi che le soluzioni alternative di gestione dei rifiuti non vengano considerate e che si vanifichi quello che già in molti comuni siciliani si sta mettendo in pratica con importanti risultati in termini di percentuale di raccolta differenziata e diminuzione dei rifiuti prodotti conferiti in discarica.

Il governatore Crocetta dovrebbe farsi forza e ricordare le promesse elettorali di cancellare ogni ipotesi di inceneritori.

Noi non dimentichiamo la parola data. La Sicilia deve diventare una regione a Rifiuti Zero, attuando piani di raccolta differenziata spinta e tariffazione puntuale che hanno già dimostrato la loro efficacia altrove.

Pensare a impianti obsoleti, costosi e pericolosi per l’ambiente, per non parlare della ricaduta negativa sul turismo, non può che diventare un suicidio politico.

La società civile che ha a cuore il presente e il futuro della Sicilia, non permetterà questo scempio.

loghiAssAssociazioni firmatarie

Zero Waste Italy, Rifiuti Zero Sicilia, Zero Waste Sicilia, Rifiuti Zero Siracusa, Eticologica-Marsala,Tueri Naturam-Mazara del Vallo, Casa Mirìo-Biancavilla, Green Wave Trapani, Natura Sicula-Siracusa, Vivisimeto-Catania, Rifiuti Zero Aragona, Rifiuti Zero Parma, 6 erre Rete per la sostenibilità-Parma, Gas La spiga-Parma.

 

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RIFUTI A CATANIA: L’INCERTEZZA CONTINUA

RIFUTI A CATANIA: L’INCERTEZZA CONTINUA

Rifiuti

In questi giorni la città di Catania è sommersa di rifiuti a causa del ritardo del pagamento degli stipendi dei lavoratori della ATI IPI-OIKOS che non riceve i soldi dal Comune stesso. Leggiamo dalla stampa che si chiede senso di responsabilità ai lavoratori mentre i Commissari straordinari nominati dal Prefetto percepiscono stipendi da capogiro per gestire un’azienda che si è vista ritirare il certificato antimafia, la stessa che gestisce la discussa discarica di Motta Sant’Anastasia.

Nel frattempo succede l’inverosimile. Il 18 Agosto l’ufficio ecologia pubblica un bando avente per oggetto: “ATTIVITA’ DI ANIMAZIONE TERRITORIALE PER L’AVVIO DELLA RACCOLTA DIFFERENZIATA PORTA A PORTA IN PARTE DEL TERRITORIO COMUNALE” con scadenza il 7 settembre. Il bando ricerca associazioni Onlus e di volontariato esperte nel settore della comunicazione ambientale per svolgere un’attività di consegna kit, formazione ed informazione al cittadino nella zona in cui dovrebbe partire il porta a porta.

Eravamo piacevolmente stupiti del bando perché finalmente potevamo partecipare concretamente, ritenendo di avere i requisiti, ad un progetto da svolgere anche in una grande città come quella di Catania. Abbiamo svolto già diversi incarichi importanti per diversi comuni siciliani e giudicavamo il bando, sia nella forma che nella sostanza, un piccolo passo verso il tanto agognato porta a porta. I requisiti di partecipazione allo stesso, inoltre, portavano a sperare che venisse premiato il merito. Per questo, dopo una serie di riunioni interne all’associazione, abbiamo deciso di partecipare. Con molto stupore, controllando il sito internet del comune, abbiamo constatato che il bando è stato revocato subito dopo la data ultima della consegna e dopo che sono state presentate le candidature delle associazioni. Nessuna spiegazione ufficiale ad oggi arriva da parte del Comune.

REVOCA AVVISO PUBBLICO – PER LA PARTECIPAZIONE AD ATTIVITA’ DI AIMAZIONE TERRITORIALE PER L’AVVIO DELLA RACCOLTA DIFFERENZIATA PORTA A PORTA IN PARTE DEL TERRITORIO COMUNALE

Non capiamo cosa possa essere successo. Riteniamo che questa incertezza continua noccia gravemente alla salute di un servizio di gestione dei rifiuti in continua agonia per colpa di ormai sempre più evidenti interessi economici malati radicati in città. Tutto questo conferma, purtroppo, la cattiva gestione di un settore strategico della vita quotidiana di una città che, ricordiamo, è costata ai contribuenti già 300 milioni di euro in 5 anni. Chiediamo, pertanto, spiegazioni pubbliche su questa improvvisa marcia indietro da parte del Comune perché riteniamo che un bando pubblico non possa essere revocato con queste modalità nella seconda città più grande della Sicilia. Non lo accettiamo e per questo attendiamo le risposte della Pubblica Amministrazione per capire quali siano i motivi di una revoca dopo che la stessa pubblica amministrazione ha pubblicato il bando.

Il Presidente Dr. Chim.

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Aci Sant'Antonio e Rifiuti: come saranno spesi 10 milioni?

A breve l’indizione del bando per l’appalto del servizio di gestione rifiuti anche ad Aci Sant’Antonio. Poche e nulle le informazioni trasmesse dall’amministrazione in sede di consiglio comunale e su richiesta formale delle associazioni. Eppure quello dei rifiuti è un tema che molto ha toccato la comunità santantonese per la serie di emergenze, disastri, danni ambientali che ha significato e significa ancora sul territorio.

Queste le 7 domande che circolo Rifiuti Zero ha posto il 26 marzo 2015 per stimolare un percorso che è missione per la ns associazione, nel credo assoluto che la trasparenza non sia solo la base della legalità, ma anche dell’efficienza.

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8 DOMANDE SUL FUTURO DEI RIFIUTI AD ACI SANT’ANTONIO

  1. Il Piano di Intervento SARA’ PUBBLICATO SUL SITO DEL COMUNE? Cardine e bussola e governa nei punti l’affidamento della gestione del servizio è un documento fondamentale, reso pubblico e condiviso in molti comuni( ecco un link di esempi facilmente rintracciabili sul web:

    http://www.comune.caccamo.pa.it/cittadino/documenti/delibereconsiglio2013/120.pdf 
    http://www.comune.novara-disicilia.me.it/uploaded/allegato/0484424531_raccolta_ottimale_intercomunale.pdf
    Un atto di trasparenza necessario e imprescindibile; i cittadini hanno diritto di sapere come verranno       impiegati i loro contributi.

  2. SGRAVIO SUL COMPOSTAGGIO DOMESTICO PER I SANTANTONESI. Con protocollo n°10462 del 05/06/2014 con oggetto “Richiesta di introduzione sgravio su compostaggio nel regolamento della TARI”. Avrenno i santantonesi lo sgravio sul compostaggio? Quando? Quanto?

  3. Quali vantaggi apporterà la scelta di esternalizzazione del servizio di gestione per i cittadini?

  4. Con protocollo n°10463 del 05/06/2014 abbiamo richiesto i dati di RD relativi agli anni 2012 e 2013. Quando li fornirete?

  5. In conferenza stampa dello scorso febbraio è stato annunciato un rispamio di 25 mila euro mensili sugli oneri di conferimento in discarica: cosa comporterà tale risparmio ai cittadini? Riteniamo che debba essere chiaro questo risparmio da cosa proviene e per cosa verrà impiegato;

  6. PERCHE’ a fronte di una riduzione dei costi di conferimento è stato richiesto un aumento di copertura finanziaria nel costo del servizio?

  7. PERCHE’ si ritiene necessario assumere due unita’ lavorative? Ritenuto ottimale il parametro medio italiano di 1 operatore ogni 1.000 abitanti, l’attuale carico di unità lavorative risulta già in surplus: qual è il motivo di assumere ulteriori unità?

  8. L’articolo stampa esprime la costituzione di un “modello Aci Sant’Antonio; quali sono le caratteristiche e i punti cardine, quali le tappe di lungo periodo ed i benefici che saranno prodotti da questa nuova formula per i cittadini?

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“NO drastico dalle associazioni Rifiuti Zero e ambientaliste al progetto del Gassificatore a Calatafimi”

 

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Estratto del Comunicato Stampa del 27/10/2014.

Apprendiamo dalla stampa dell’incontro svoltosi nel comune di Castellamare del Golfo lo scorso giovedì 23 ottobre dove è stato presentato un progetto di gassificatore, impianto di trattamento termico dei rifiuti, da ubicarsi in un territorio pari a 120 ettari sito nel Comune di Calatafimi Segesta.

Il gassificatore in questione, un inceneritore mascherato che serve a produrre combustibile da rifiuti, non sarà solo a supporto dei comuni aderenti alla SRR Trapani Nord ma bensì di cinque province (Trapani, Palermo,Agrigento, Enna e Messina). Secondo l’art. 35 del “Decreto Sblocca Italia” esso potrebbe importare anche rifiuti provenienti da tutte le regioni d’Italia.

Si tratta chiaramente di un ritorno alla visione fallimentare dei precedenti governi regionali con gli sviluppi che tutti noi conosciamo sull’affaire dei termovalorizzatori.

E’ bene sottolineare che tale impiantistica è stata ormai abbandonata da Paesi europei dopo anni di gestione dei rifiuti con il trattamento termico perché è risultata fallimentare per ragioni economiche. A maggior ragione l’abbandono di questa pratica, tanto amata dall’industria sporca, è rafforzato dalle direttive europee che puntano decisamente secondo la gerarchia di gestione dei rifiuti alla riduzione, al riuso, alla raccolta differenziata e al riciclo dei rifiuti come risorse.

Le associazioni Rifiuti Zero Trapani, Rifiuti Zero Sicilia, Zero Waste Sicilia, Eticologica, Tueri Naturam, LiberAmbiente e Zero Waste Italy assumono quindi una posizione netta di contrarietà in merito al progetto dell’impianto di gassificazione nel territorio di Calatafimi e in ogni altro luogo del territorio regionale o nazionale e dichiarano che monitoreranno l’evolversi della proposta dello progetto nel rispetto delle leggi regionali, nazionali e comunitarie in materia di gestione dei rifiuti.

Le associazioni firmatarie annunciano inoltre, che, qualora fosse necessario, si avvarranno della Convenzione europea di Aarhus volta a garantire, all’opinione pubblica e ai cittadini, il diritto alla trasparenza e alla partecipazione in materia ai processi decisionali di governo locale, nazionale e transfrontaliero concernenti l’ambiente.

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Ass. Rifiuti Zero Trapani: rifiutizero.tp@gmail.com
Ass. Rifiuti Zero Sicilia: rifiutizerosicilia@gmail.com
Ass. Zero Waste Sicilia: info@zerowastesicilia.it
Ass. Zero Waste Italy: zerowasteitalia@gmail.com
Eticologica: associazioneticologica@hotmail.com
Tueri Naturam: tuerinaturam@gmail.com
LiberAmbiente: onlus@liberambiente.eu

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Leggi l’intero Comunicato Stampa qui.

Socio Ivan Barresi.

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Problemi di conferimento dell'umido in provincia di Catania


Sui problemi di conferimento dell’umido all’impanto di compostaggio della provincia di Catania.
Molti comuni della provincia di Catania sono in allerta per la recente comunicazione a loro rivolta dalla Sicula Trasporti, che gestisce l’impianto di compostaggio. Si impone ai comuni stessi di utilizzare esclusivamente sacchetti compostabili e biodegrabili in fase di conferimento della frazione umida. Posto che il testo unico ambientale D.lgs 205/2010 che modifica il D.Lgs. 152/2006 impone all’art. 182-ter che “1. La raccolta separata dei rifiuti organici deve essere effettuata con contenitori a svuotamento riutilizzabili o con sacchetti compostabili certificati a norma UNI EN 13432-2002” e che quindi i produttori dei rifiuti debbano soddisfare questo requisito, ci chiediamo con quale autorità questo impianto imponga una legge la cui competenza è semmai Regionale. Ci chiediamo inoltre come sia possibile che un impianto appena autorizzato non abbia la tecnologia necessaria delle macchine per rompere i sacchi e separare la plastica dall’umido; apparecchiature molto semplici che devono certamente essere in dotazione in questo tipo di impianti (trituratore e vagliatore in ingresso all’impianto).
Il rischio serio è che ancora una volta, nella mancanza totale di pianificazione, a rimetterci sarà sempre e solo il cittadino e che dall’inerzia della Pubblica Amministrazione si renda ancora più fragile il già delicatissimo sistema della gestione dei rifiuti che in alcuni comuni sta timidamente raggiungendo traguardi importanti.
L’ass. Rifiuti Zero Sicilia invita pertanto i Sindaci della Provincia di Catania a chiedere alla Regione di intervenire immediatamente perché quest’ultima è l’unica autorità competente che può imporre all’impianto, sempre se già non previsto in fase di autorizzazione, di munirsi delle apparecchiature necessarie a garantire sia una continuità delle buone pratiche già messe in atto nei comuni che un elevato livello di protezione ambientale.

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Aula Eco-Informatica: quando il riuso diventa risorsa per la scuola

Riuso Rifiuti Zero Aci Sant Antonio

Aci Sant’Antonio 11 giugno 2014/ L’Associazione Rinascenza e il Circolo Rifiuti Zero Aci Sant’Antonio donano una seconda vita ai computer a favore dell’Istituto Comprensivo “F. De Andrè” di Aci Sant’Antonio.

Il presidente dell’Associazione Rinascenza Ivan Barresi, il referente del Circolo locale Rifiuti Zero Manuela Leone, annunciano grande soddisfazione per la realizzazione del progetto “Pc Second Life”.

Le Associazioni, attraverso il recupero di vecchi computer hanno permesso la realizzazione di un’aula definita “Eco- Informatica”, e che è stata destinata ai bambini della scuola dell’infanzia di via Stazzone.

I piccoli dell’Istituto Comprensivo “F. De André” infatti non avevano postazioni per lo studio dell’informatica, ed erano quindi costretti a spostarsi nella sede centrale, sita in via Veronica, per poterne usufruire. Ora avranno l’opportunità di studiare questa materia importante direttamente nel loro plesso e più frequentemente di prima.

“L’Associazione Rinascenza sposa fortemente, sia nelle cause che nelle attività, la tematica ambientale. Riteniamo necessario innescare un processo virtuoso a vantaggio della comunità, partendo proprio da questi piccoli cittadini a cui dovrà appartenere un nuovo concetto di responsabilità nei riguardi del nostro pianeta. Oggi ci è stata data l’opportunità di trasmettere questo messaggio grazie alla sensibilità della Dirigente Scolastica Venera Russo, gli insegnanti, ed in particolare Marinella Battiato che ringraziamo vivamente.”

– ha dichiarato il presidente dell’Ass. Rinascenza, Ivan Barresi.

Il concetto di riuso, cosi come quello di riciclo è molto importante per un percorso verso Rifiuti Zero. Lo smaltimento dei vecchi computer è considerato un problema, ma attraverso la donazione e la riparazione questo “problema” è stato trasformato in “opportunità” ed un “rifiuto in risorsa.”

– ha aggiunto la Coordinatrice del Circolo Rifiuti Zero, Manuela Leone.

Un ringraziamento speciale va a tutti i soci: Alfio Pane, Francesca Torre, Roberta D’Arrigo, Angelo Liotta, Milko Nicosia, Nino Reitano, Salvatore Russo e Salvatore Pappalardo che hanno creduto molto nel progetto, ed anche a un commerciante di Aci Sant’Antonio che ha apportato un grande contributo alla sua realizzazione.


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