Come è discutibile il fatto che gli impianti di compostaggio vengano gestiti come delle discariche. I Comuni infatti devono pagare per lo smaltimento dell’umido con il risultato che si ottiene un compost di pessima qualità perché l’interesse della impresa che gestisce l’impianto è di prendere quanto più umido è possibile senza però considerare che il processo di compostaggio richiede delle tempistiche ben precise al fine di ottenere un prodotto di qualità. Ed è così che non si ha la percezione dell’importanza di utilizzare questo prezioso concime.
Impiantistica Regionale
L’Ass. Rifiuti Zero Sicilia chiede un cambio di tendenza radicale. L’umido per secoli è stato l’unico concime che ha reso fertili i nostri terreni. Negli ultimi 50 anni abbiamo sottratto la sostanza organica dalle campagne e l’abbiamo messa in discarica spendendo milioni di euro. Creando per di più le bombe ecologiche piene di percolato e di biogas. Sono anni che portiamo in Regione, e nei Comuni le soluzioni più all’avanguardia che spesso sono molto semplici. Si parla tanto di semplificazione e perché non si semplificano le procedure per aprire gli impianti di compostaggio piccoli e diffusi magari gestiti dai giovani agricoltori che sono i veri utilizzatori di questa preziosa materia organica. Il Governo Renzi nello Sblocca Italia prevede procedure semplificate per la costruzione degli Inceneritori che sono impianti certamente molto più complessi ed inquinanti rispetto ai piccoli impianti diffusi per la gestione della frazione organica.
Ci sono tantissime ed immediate alternative alle discariche e agli impianti centralizzati. L’umido (che ricordiamo è il 40 % dei nostri “rifiuti” ed è costituito dagli scarti delle cucine e delle mense e gli sfalci di potatura) può essere gestito nelle utenze domestiche attraverso il compostaggio domestico, o nei parchi e nelle ville comunali attraverso delle casette del compost, oppure con impianti di compostaggio collettivo con container per poi arrivare a impianti più grandi, qualora fossero necessari. Questi impiantistica è assolutamente necessaria se si vuole far partire il porta a porta e se si vogliono raggiungere alti livelli di RD, senza questi impianti tutti gli sforzi dei comuni più virtusosi rischiano di essere vani.
Chiediamo che tutti coloro che hanno un giardino di gestire in casa questo prezioso “scarto”.  Abbiamo protocollato richieste per inserire lo sgravio nella TARI per chi pratica il compostaggio domestico perché la Regione non manda una circolare a tutti i comuni in modo tale che questo sia normale per tutti? A Mascalucia abbiamo incontrato più di 400 famiglie che hanno voglia di conoscere e di partecipare ad una rivoluzione culturale. Non è vero che manca la sensibilità da parte delle persone, bisogna dare loro l’opportunità (attraverso i meccanismi incentivanti) di mettersi in gioco.
Per fare questo è necessario un cambio culturale, prima che tecnologico. La tecnologia c’è, esiste. Il problema è di cultura e di interessi. Per questo noi abbiamo proposto e proponiamo ai Comuni progetti di compostaggio domestico che prevedono prima della consegna delle compostiere degli incontri che spieghino i vantaggi dell’utilizzo di questa preziosa materia e che mettano i cittadini stessi nelle condizioni di capire affondo quali siano i problemi reali. Stiamo presentando nelle scuole dei progetti dal titolo Comp-orti che hanno l’obbiettivo di educare i più giovani non solo a coltivare ma anche a gestire in maniera corretta gli scarti umidi prodotti.
Ma senza la spinta della Politica e dei tecnici della Regione tutti questi sforzi possono risultare vani. La Regione e la politica che fanno? Gli Assessori cambiano in continuazione – dichiara l’ass.ne Rifiuti Zero Sicilia – ma i dirigenti sono sempre gli stessi, ed è evidente che non c’è la volontà di fare l’interesse dei cittadini e come ha evidenziato la recente indagine. La Sicilia è ferma al 1999 e di questo passo nemmeno nei prossimi 10 anni la situazione cambierà se tutti i cittadini non reagiscono in prima persona a questa situazione insostenibile.